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Giornata del Giurista 2023
I Limiti del Positivismo Giuridico, Leggi e Principi di Fronte allo Stato di Eccezione
Nei momenti di tensione politica e sociale, come quello attuale, i contrasti tra il diritto positivo e il diritto “nobile” dei principi possono diventare particolarmente acuti. Gli ordinamenti costituzionali sviluppatisi nel secondo dopo guerra hanno quindi cercato di fornire risposte a questi dilemmi. A tal riguardo la Prof.ssa De Pretis ha ricordato che in Italia la Costituzione è rigida, ossia contiene principi inderogabili, non attaccabili dalla legge ordinaria. A presidio e tutela della Costituzione è stata creata la Corte costituzionale, cui spetta, inter alia, la giurisdizione sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni.
Il contrasto tra la legge ordinaria e la Costituzione si risolve quindi sollevando la questione dinanzi alla Corte costituzionale. Quest’ultima ha il potere e il dovere di verificare la compatibilità tra la legge ordinaria e i principi costituzionali, con l'indipendenza e l'autorevolezza che la caratterizzano.
Il bilanciamento dei diritti costituzionali durante l’epidemia di Covid-19
In merito al delicato bilanciamento effettuato tra il diritto alla salute e gli altri diritti costituzionali durante la pandemia di Covid-19, la Vicepresidente De Pretis ha affermato che il bilanciamento degli interessi è un'operazione che spetta sempre al legislatore, il quale deve perseguire gli obiettivi della Costituzione e far convivere interessi spesso conflittuali. La scelta del legislatore può essere sottoposta al vaglio della Corte costituzionale che, nel rispetto delle scelte politiche di questo, applica il metodo della ragionevolezza e della proporzionalità. Le crisi come quella della pandemia rappresentano una sfida notevole in questo senso, poiché richiedono di conciliare la dimensione individuale della salute con quella collettiva.
La Vicepresidente De Pretis ha altresì evidenziato che lo stato di eccezione, inteso quale momento di sospensione delle regole ordinarie, è un'ipotesi non contemplata dalla Costituzione italiana. Tale stato di eccezione, infatti, si pone al di fuori dell'ordinamento costituzionale, rappresentando un elemento di rottura dello stesso. Durante la crisi sanitaria, l’ordinamento italiano ha reagito alla crisi sanitaria utilizzando strumenti già esistenti, i quali sono stati vagliati dalla Corte costituzionale e dichiarati compatibili con la Costituzione.
Nei casi afferenti all’emergenza pandemica sollevati dinnanzi alla Consulta, quest'ultima ha ritenuto quasi sempre che il legislatore non fosse fuoriuscito dai limiti di proporzionalità e ragionevolezza, poiché l'esigenza di rispondere ad un contagio diffuso e letale giustificava, ad esempio, anche misure limitative della libertà di circolazione. Tuttavia, quando il contagio si è gradualmente attenuato e le misure limitative delle libertà costituzionalmente garantite venivano prorogate, la Corte è intervenuta in modo deciso, ribadendo l'importanza di adeguare le misure alle esigenze del caso concreto e all’evoluzione del quadro pandemico, in modo da preservare l'equilibrio tra i diversi diritti costituzionali.
Le decisioni della Corte Costituzionale in situazioni di emergenza
La Vicepresidente ha enfatizzato l'importanza di applicare la Costituzione in ogni ambito del diritto, non solo nella sfere di competenza della Corte costituzionale. In tale prospettiva, soltanto ove il giudice ritenga che una norma non sia legittima anche dopo aver tentato di interpretarla in modo orientato alla Costituzione, si potrà rivolgere alla Corte per richiedere un giudizio di legittimità.
Un ulteriore spunto di riflessione emerso durante l’intervento è stato se le decisioni della Corte, in virtù delle complesse questioni di diritto sollevate e delle modalità indirette di accesso ad essa, avessero necessitato di tempistiche più rapide per gestire l’emergenza. A tal proposito, la Prof.ssa De Pretis ha fatto notare come la Corte abbia risposto prontamente alle questioni inerenti alla pandemia, con un tempo di circa nove mesi, considerato relativamente breve. In particolare, la Vicepresidente ha preso come esempio la sospensione da parte della Consulta dell'efficacia di una legge regionale della Valle d'Aosta sulla gestione della pandemia, la cui costituzionalità è stata successivamente confermata. L'utilizzo di strumenti di tutela provvisoria e cautelare ha quindi permesso alla Corte di rispondere alle esigenze urgenti della situazione.
Il dialogo tra la Corte costituzionale italiana e altre Corti nazionali e sovranazionali
Le questioni sollevate davanti alle Corti di diverse nazioni possono afferire a temi molto simili, come il fine vita e altre questioni di coscienza. Pertanto, il confronto tra le Corti costituzionali è sempre salutare, ancor più in quanto qualora i parlamenti dovessero riscontrare difficoltà nel pronunciarsi su temi dibattuti, sarebbero proprio le Corti a dover fornire risposte.
Esistono inoltre importanti canali di dialogo istituzionale con le Corti sovranazionali, con le quali la Corte costituzionale italiana è necessariamente in contatto. La necessità di questo dialogo deriva dalla presenza di altre Carte con contenuti di portata costituzionale, quali la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Il dialogo con le Corti sovranazionali non è quindi solo “amichevole”, ma corrisponde a un disegno che mira a congiungere l’ordinamento nazionale e sovranazionale sulla base di previsioni che si trovano all'interno di ciascun ordinamento.
Le Corti sovranazionali hanno sviluppato una propria giurisprudenza su diritti che potrebbero sovrapporsi a quelli tutelati dalla Costituzione italiana. Pertanto, la Corte costituzionale, nel prendere le proprie decisioni, non può non tenere conto di quello che le Corti sovranazionali hanno deciso in casi analoghi di tutela dei medesimi diritti. Il rapporto con queste Corti può essere conflittuale o dialogico, come nel noto caso di Taricco, in cui la Corte costituzionale italiana si è trovata lacerata nell'applicare la Costituzione e rispettare il diritto europeo. In particolare, in relazione ad un reato tributario, i giudici costituzionali hanno riconosciuto la prescrizione come principio fondamentale dell’ordinamento italiano, non ammettendo la sua disapplicazione, e ricorrendo alla teoria dei controlimiti. Alla fine, proprio grazie al dialogo, la Corte di Giustizia si è dimostrata comprensiva e la questione è stata risolta.
Sistemi costituzionali differenti per disciplinare le emergenze
Si è dibattuto sull'efficacia dei sistemi costituzionali nel disciplinare le emergenze. In particolare, si è indagato sulla validità di clausole generali rispetto a sistemi razionalizzati[1] che prevedono diversi modelli a seconda del tipo di emergenza.
A tal riguardo, la Vicepresidente De Pretis ha affermato che non vi sono ragioni specifiche per preferire un determinato modello di gestione dell'emergenza. Tuttavia, l’assenza nella Costituzione di una clausola che preveda lo stato di eccezione non deve essere valutata come una mancanza poiché è comunque garantita la tenuta del sistema istituzionale italiano anche in situazioni di emergenza. In effetti, non c’è emergenza alla quale non si possa far fronte rispettando le garanzie costituzionali: l’operazione del bilanciamento degli interessi è il cuore di ogni scelta politica ed è sufficiente per far fronte a qualsiasi situazione.
Mantenimento degli strumenti emergenziali dopo il superamento della crisi
Negli scambi conclusivi dell’incontro si è discusso sull'esistenza di strumenti emergenziali che non trovano più giustificazione, e se sia accettabile mantenere tali strumenti nel nostro ordinamento. La Vicepresidente De Pretis ha fatto notare che le crisi possono portare all'introduzione di nuovi strumenti che restano in vigore anche dopo la fine della crisi stessa, come ad esempio la disciplina del lavoro agile, introdotta durante la pandemia di Covid-19 e dimostratasi utile anche una volta cessata l’emergenza sanitaria.
In quest’ambito, la Corte costituzionale ha svolto un ruolo fondamentale nel valutare le proroghe di misure adottate durante il periodo di crisi. Talvolta, infatti, la Corte ha ritenuto che alcune di queste misure non fossero più adeguate in quanto la crisi si era attenuata, dimostrando così l'importanza di una costante revisione delle politiche adottate in situazioni di emergenza.
Foto di Massimiliano Stucchi, riproduzione riservata
[1] Presenti, ad esempio, in Spagna, Francia e Germania.